MEZZI è un’azienda creata  da Keir Reynolds  ( attualmente CEO e direttore dell’azienda)  a Vancouver in Canada che produce borse eleganti e di qualità caratterizzate da una forte presenza di  tecnologie di comunicazione  indossabili ( o wearable) per consentire alla donna moderna di avere a disposizione nella bora una serie doi servizi e accessori oggi particolarmente utili. MEZZI è un termine italiano che  Reynolds  ha sintetizzato nella frase  “having the means needed for a particular purpose” e che sintetizza in modo chiaro i concetti alla base del progetto delle borse di questo brand. Le borse MEZZI sono infatti dotate dei seguenti strumenti:

Una luce nella borsa
  • Altoparlanti connessi Bluetooth per la musica e lo streaming;
  • Un sistema di notifica di chiamate o messaggi in arrivo attraverso luci e suoni;
  • Un Beacon ( Bluetooth 4.0) che consente la connessione tra borsa e smartphone;
  • Un caricatore per il telefono cellulare ( iPhone o Android) per tre volte prima di dover ricaricare la borsa stessa.

Le borse sono interamente in pelle e sono disponibili in 5 stili:  Ameli, Carezza, Elletra, Mini Cosima  and  Nerina.  Ciascun modello è disponibile in vari colori. I prezzi partono da $ 225 per la Ameli e andare fino a $ 595 in la Nerina.




Offerta di Borse e accessori  Kipling   a prezzi straordinari  su Ladyborsa.com.





Kipling nasce nel 1987 ad Anversa ( Fiandre),   considerata la capitale della moda belga, da tre giovani designer Vincent Haverbeke, Xavier Kegels e Paul Van De Velde. Inizialmente l’azienda si orientò sulla produzione di accessori per il viaggio e il passeggio e da questo nasce il nome in onore delle scrittore e viaggiatore Rudyard Kipling.  L’azienda, oggi riconosciuta a livello internazionale anche per il logo della scimmietta,  produce borse, zaini, trolley e altri tipi di accessori.   I prodotti  Kipling sono caratterizzati da  colori vivaci,da forme  sportive e funzionali  oltre che  da una notevole qualità e resistenza e sono noti anche per il prezzo più che contenuto rispetto a prodotti simili.

Nelle immagini successive sono mostrate le immagini di alcune borse disponibili su  http://www.ladyborsa.com/collections/kipling




Sfilate e living streaming ( ladyborsa.com)
La disponibilità di  applicazioni ( APP)   per la trasmissione in tempo reale di video e immagini ( quali ad esempio snapchat e periscope), insieme al loro crescente utilizzo da parte dei consumatori ( in  particolare i giovani),  porterà nei prossimi anni  un forte cambiamento nell’organizzazione delle sfilate di moda.  Numerosi   brand del settore fashion  hanno iniziato da qualche anno   ad utilizzare i sistemi di live streaming per la diffusione in tempo reale delle sfilate  o di altri eventi; durante le recenti  settimane della moda a New York, Londra e Milano quasi tutti i brand  più importanti hanno realizzato iniziative in live streaming. La sfilata perde perciò la connotazione di un evento di “elite” per diventare un evento diretto verso il consumatore finale.

Questo cambiamento di prospettiva è soltanto all’inizio, ma  nei prossimi anni  influenzerà in modo significativo non solo  il concetto di “sfilata” o di presentazione di una collezione, ma anche l’organizazzione della produzione  e il marketing.  Infatti il live streaming, oltre ad amplificare   in  modo enorme l’audience,  consente di interagire direttamente con il consumatore al momento della presentazione di una linea di prodotto,  acquisire informazioni e dati provenienti dai  consumatori di tutto il mondo ed analizzare il livello di “emotività e interesse”  creato  presso il proprio pubblico.   Questi dati sono un patrimonio di conoscenza utile per i designer e i manager che possono prendere decisioni  sulle singole collezioni,  sulla loro produzione e sulle campagne di marketing partendo dalle reazioni del proprio pubblico.

Questo  scenario comporta l’accorciamento ( e per certi versi l’annullamento) del tempo tra la sfilata e il momento di arrivo nei negozi di una linea di prodotto. Nel sistema tradizionale della moda la sfilata presenta tipicamente le collezioni con un anno di anticipo rispetto all’arrivo nei negozi, contrariamente a quanto succede per le aziende del fast fashion che sono in grado di “copiare” una linea di prodotto e inserirla sul mercato in poche settimane a prezzi ( e qualità) inferiori.  Grazie all’utilizzo di sistemi in tempo reale  che consente di “vedere” i nuovi prodotti è possibile per il consumatore effettuare l’acquisto  immediato o in tempi brevissimi del prodotto prima che arrivi nei negozi tradizionali.  In questo senso si stanno muovendo, anche se per ora in forma sperimentale, vari brand del settore fashion e lusso. Ad esempio nell’ultima settimana della  moda a New York e a Londra  alcuni brand quali  Juggernauts Industry Burberry, Tommy Hilfiger e Tom Ford hanno annunciato che alcuni prodotti potevano essere acquistati immediatamente online o in negozi   durante il periodo della settimana della moda.


Autore: Loic Le Meur ,


Durante la New York Fashion Week ( 8 – 15 settembre 2016) Intel ha presentato alcuni accessori di moda collegati mediante Bluetooth 4.0 o BLE contenuti in  occhiali e cinture in  grado di fornire  informazioni sullo stress della persona che li indossa ( in questo caso le  modelle durante la sfilata).

 I sistemi proposti sono basati sul modulo Intel Curie  in grado di collegarsi con Bluetooth 4.0 ( spesso noto come  Beacon)  e di trasmettere i dati biometrici di un utente a un altro dispositivo quale uno smartphone. Gli occhiali sono dotati di sensori per il monitoraggio  in tempo reale di: 1) onde cerebrali, 2) frequenza cardiaca, 3)la respirazione. Il monitoraggio delle onde cerebrali  viene realizzato mediante  elettrodi capacitivi in grado di fornire un elettroencefalogramma ( EEG) mentre un sensore  consente per la misura della frequenza cardiaca e un  effettua la  misura della frequenza respiratoria. Nella cintura è inserito un piccolo dispositivo  Intel® Compute Stick per  ricevere  i dati biometrici forniti dagli occhiali e in grado di trasformare i dati ricevuti in una stima del livello di stress della persona; inoltre nella  cintura è  presente un microproiettore Pico  in grado di proiettare attraverso  un'animazione visiva in tempo reale su una parete  lo stato di emozione delle modelle  che sfilano  lungo la pedana. 

L’esperienza è stata realizzata in collaborazione con il designer inglese-cipriota Hussein Chalayan, già famoso per la produzione di abiti illuminati da  LED e controllati da remoto.

 L’iniziativa è stata replicata nella Paris Fashion Week ( 27 settembre – 5 ottobre 2016)






Piñatex è un'alternativa  naturale a base di fibre di cellulosa estratti da foglie di ananas alla produzione di pelle di origine animale. Il processo di realizzazione di  Piñatex fu  ideato dalla imprenditrice spagnola  Carmen Hijosa    nel 1990 durante la sua permanenza nelle Filippine ( piña in spagnolo indica l’ ananas) come consulente di un’azienda per la produzione di pelletteria.  L’idea nacque osservando il  Tarong barong, un indumento tradizionale trasparente indossato sopra  le camicie nelle Filippine  e fatto di fibre di ananas. Lo sviluppo di Piñatex fu realizzato durante i sette anni mediante la partecipazione a un   dottorato di ricerca presso il Royal College of Art di Londra e  con la collaborazione di altri enti di ricerca e aziende. Attualmente Piñatex è  prodotto e distribuito dalla società Ananas Anam Ltd di Carmen Hijosa.

A livello mondiale ogni anno sono prodotti circa 40.000 tonnellate di rifiuti ananas, che per la maggior parte sono lasciati marcire o vengono bruciati determinando un forte inquinamento ambientale.  Piñatex  ha come obiettivo sia la riduzione di questo spreco, sia la realizzazione di un prodotto naturale in grado di sostituire la pelle in vari contesti applicativi e in particolare nel settore moda.  La realizzazione di 1 metro quadro di materiale richiede circa 480 foglie di ananas, che all’incirca coincidono ai rifiuti prodotti di 16 piante ananas con un costo di circa  € 23 , contrariamente alla produzione di pelle di origine animale che ha un costo di circa € 25-35 a metro quadro . In questo modo il processo di produzione del Piñatex  non richiede l’utilizzo  di acqua e di pesticidi come invece accade per la pelle sintetica; nello stesso tempo i  residui delle foglie di ananas  possono essere utilizzati per la produzione di fertilizzanti.  Un altro vantaggio del Piñatex   è la  biodegradabilità  contrariamente alla pelle sintetica. Esso può essere utilizzato per la produzione di accessori nella moda ( borse, scarpe,…) e può essere adattato per la creazione di tessuti per abbigliamento, ma anche  per la produzione in altri settori.

 Varie aziende, tra cui Puma e Camper, hanno già iniziato a realizzare mediante Piñatex  prototipi di scarpe, borse, accessori per smartphone, sedili per auto ed elementi di arredo.

 Esempi di prodotti realizzati mediante Piñatex 

Borsa 
Borse e scarpe 


L’emissione di  anidride carbonica ( CO2) in atmosfera  è una conseguenza    dell’attività umana e industriale. Il principale contributo alla produzione della CO2 è dovuto ai combustibili fossili; la sua emissione nell’atmosfera  in eccesso  comporta danni ambientali riducendo la fascia  dell'ozono e provocando un surriscaldamento climatico dell’atmosfera .

Oggi stanno emergendo delle tecnologie per la cattura e lo stoccaggio di CO2 separando il biossido  di carbonio emesso dagli  impianti alimentati  a combustibili fossili, sottraendolo così alla quota  rilasciata in atmosfera.  Alcune soluzioni tecnologiche iniziano ad essere già mature.

Partendo da questa possibilità l’azienda NRG ha presentato durante la  settimana del Fashion di New York ( New York Fashion Week) in   un video un paio di sneakers senza footprint realizzate interamente con  anitride carbonica riciclata. Le scarpe non sono in vendita, ma sono realizzate per il 75% mediante rifiuti gassosi catturati da emissioni di centrali elettriche e trasformate in polimeri.

Il prototipo  delle sneakers può essere visto qui.
Il video presentato da NRG è accessibile al seguente link.



La situazione attuale nel settore eco-fashion  è molto variegata;   esistono brand  che presentano un’offerta di prodotto interamente dedicata alla moda eco-sostenibile, ma anche brand che offrono una singola linea o addirittura solo alcuni capi eco-sostenibili. In vari casi l’ecosostenibilità è limitata a una fase della produzione ( ad esempio l’utilizzo di cotone biologico). In questa situazione la certificazione basata sullo standard GOTS rappresenta un punto  di riferimento per l’effettiva eco-sostenibilità della produzione.

Nel seguito viene presentato un elenco di aziende del settore fashion che presentano una produzione eco-sostenibile ( in tutto o in parte); l’elenco è diviso in due parti: la prima parte riporta  alcuni brand internazionali e la seconda alcun i brand italiani.  Le aziende sono riportate in ordine alfabetico e riprendendo informazioni ottenute dal loro sito o da altra documentazione su Internet; l’elenco è ovviamente molto parziale e sommario.

Brand non italiani

Alternative Apparel: produce abbigliamento e accessori per il 70% con processi e materiali  eco-sostenibili.

Blue Canoe: nata nel 1994 negli Stati Uniti,  produce capi di abbigliamento per donne  utilizzando cotone organico e bambù.

Deadwood:   creata a Stoccolma nel 2012, produce abbigliamenti e accessori. Interessante la linea di capi prodotti interamente con pelle riciclata; per gli altri articoli utilizza materiali e tessuti riciclati. 

EcoAlf:   creata da Javier Goyeneche  nel 2009 in Spagna   e attraverso tecnologie innovative propone  abiti, borse  e accessori realizzati interamente con materiali riciclati di vario tipo (plastica , copertoni di auto, reti da pesca, …).  EcoAlf  ha finanziato il progetto Upcycling The Oceans per recuperare la plastica in varie aree del Mediterraneo tramite un accordo  con pescherecci della costa spagnola di levante e utilizzarla per la produzione di abiti e accessori  .

Eileen Fisher : è stata  una delle prime aziende a seguire  i concetti dello slow fashion; produce abbigliamento per donne utilizzando fibre organiche e ha sempre èposto l’accento sulla sostenibilità sociale della sua supplì chain. Dal  2009  sta sviluppando  l’iniziativa  Green Eileen per il riciclaggio di capi  di abbigliamento, che fino ad oggi ha portato alla donazione  di oltre 600.000 capi. 

Esprit:  membro fondatore della Sustainable Apparel Coalition e del Zero Discharge of Hazardous Chemicals Group (ZDHC), il marchio utilizza, per le sue collezioni mare e recycled, cotone e lana organici e nylon riciclato.

Industry Of All Nations ( IOAN) :  nata nel 2010 a Los Angeles da tre fratelli argentini, è un brand di abbigliamento per la produzione di abiti e accessori in modo etico e sostenibile. IOAN sviluppa nuovi prodotti attraverso processi tradizionali e innovativi attraverso la collaborazione con comunità locali.  Sul sito è disponibile un elenco di prodotti che IOAN commercializza grazie a una serie di collaborazioni con aziende locali quali: 1) i classici argentini Mocassini in pelle sella  Porteños ; 2) i maglioni IOAN 'alpaca' che  prendono il nome dalle figure  completamente a mano  che decorano ogni pezzo.

Fjällräven: fondata nel 1960 in Svezia, produce indumenti e accessori di qualità per ambienti outdoor fin dalle sue origini ( abbigliamento, zaini, borse, tende,…).  Caratterizzata  fin dalla nascita da una forte cultura dell’innovazione, negli ultimi anni si è impegnata nella produzione eco-sostenibile. La  collezione Keb Eco Shell dell’azienda svedese comprende indumenti in poliestere riciclato, impermeabili, traspiranti, sostenibili e dedicati al trekking tecnico. La linea Greenland, invece, è in tessuto G-1000, impermeabile poiché impregnato con una miscela di cera d’api e paraffina.   


H&M: nato nel 1846, negli ultimi decenni si è affermato nel fast fashion a basso prezzo utilizzando lavoratori dei paesi sviluppati. Da alcuni anni sta cercando di  migliorare la propria immagine attraverso  una serie di iniziative di moda ecosostenibile.  In particolare è famosa   la collezione Conscious   realizzata  esclusivamente con materiali eco friendly e sostenibili come la canapa e il lino biologico. L’azienda utilizza il 21,2% di cotone biologico certificato, riciclato oppure coltivato secondo le direttive della Better Cotton Initiative, e ha l’obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2020.   H&M realizza anche capi in Tencel, canapa biologica e lana riciclata. Dal 18 al 24 aprile il marchio svedese promuove la World Recycle Week, che prevede una raccolta di abiti a livello globale; l’iniziativa,  partita nel 2013, ha condotto fino ad oggi a riciclare  25.000 tonnellate di vestiti. 

Jan ‘n June:  fondato ad Amburgo nel 2013 da due ragazze tedesche; la produzione avviene in Polonia mediante tecniche materiale riciclato ( essenzialmente poliestere ).

Kowtow:  con sede in Nuova Zelanda, produce capi di abbigliamento con cotone 100% biologico ed equosolidale certificato da Fairtrade.

Made&More:  negozio online di abbigliamento, accessori e gioielli   con sede a Liegi in Belgio; vende produzioni  di  brand di piccole/medie dimensioni   e di  artigiani  localizzati  in Europa   certificati eco-sostenibili.

Mela Artisans:  combina tecniche fortemente artigianali tradizionali con il  design contemporaneo.  I prodotti realizzati  utilizzano fibra di banana, lana e cotone, mentre il tessuto utilizzato è  una seta grezza biodegradabile (  tasar) . 

Minna : fondata nel 2008,  produce abiti  da cerimonia ( in particolare  matrimoni)  utilizzando  tessuti sostenibili, organici, riciclati  utilizzando una supply chain locale.

Patagonia: fondata nel fondata nel 1973,  è famosa soprattutto per la produzione di abbigliamento tecnico. La collezione  Denim Patagonia utilizza  esclusivamente cotone organico al 100%, coltivato senza l’uso di fertilizzanti inquinanti né di pesticidi o erbicidi nocivi.  Mediante un innovativo processo di tintura si ottiene anche uan diminuzione significativa  di utilizzo di acqua, energia elettrica e sostanze chimiche. I capi sono dotati di certificazione Fair Trade Certified per la realizzazione delle cuciture.

People tree Ltd:  fondata nel 1991 da  Safia Minney  a Tokyo (  e con sede anche a Londra)  è stata uno dei primi brand   ad abbracciare la moda etica e sostenibile. People tree produce  abbigliamento  100% biologico: dalla scelta delle fibre passando per i vari lavaggi fino alle colorazioni. La produzione si avvale delle competenze artigianali locali di vari paesi e attualmente collabora con comunità sparse in 50 paesi in via di sviluppo, come per esempio il Nepal, il Perù, l’India e il Bangladesh, cercando di sfruttare al massimo le capacità artigiane e manuali delle comunità locali per realizzare prodotti di qualità e con tecniche sostenibili.  Attraverso l’opzione “meet the maker” l’acquirente può visualizzare video che mostra in dettaglio tutte le fasi di lavorazione di un capo di abbigliamento. People tree è  stato il primo brand a raggiungere il GOTS (Global Organic Textile Standard), che è possibile ottenere soltanto con una produzione realmente sostenibile, utilizzando materiali naturali al 100% o riciclati.

Reformation: creata nel 2009 a Los Angeles, produce abbigliamento e accessori. L’azienda  progetta e produce varie collezioni a numero limitato nel proprio stabilimento di Los Angeles mediante tessuti e processi sostenibili.  Anche le  collezioni  prodotte negli Stati Uniti o all’estero sono realizzate secondo i principi della sostenibilità ambientale e sociale.

Synergy: produce capi di abbigliamento con materiali biologici; la produzione avviene in Nepal dove garantisce ai lavoratori ( in particolare donne) un trattamento ( salario e bonus) secondo le regole del commercio equosolidale .

The Sept Label : la produzione avviene in Portogallo e Germania secondo i principi della mosda eco-ssostenibile

Under the Canopy: produce capi di abbigliamento utilizzando cotone organico, materiali  riciclati e altri prodotti  sostenibili ; la produzione è affiancata da una serie di certificazioni di garanzia per la sostenibilità ambientale e sociale ( GOTS, Fairtrade,…)

United by Blue: creata nel 2010, produce abbigliamento e accessori. Per ogni vendita di un prodotto  rimuove 1 Kg di rifiuti dalle acque dell’oceano o di fiumi.

Wills London:   produce  scarpe e accessori vegani   prodotte interamente con materiali di provenienza non animale ”. 

Zady: azienda di abbigliamento  con sede negli Stati Uniti che dedica una particolare attenzione  ai materiali usati, all’impatto ambientale  e alla tutela dei lavoratori.

Brand italiani
 
Canepa:  fondata nel 1966 a San Fermo della Battaglia ( Como), è una delle maggiori aziende tessili  italiane e si occupa della   creazione, produzione e distribuzione di tessuti e accessori tessili  per le grandi firme della moda internazionale.  L’azienda  sviluppa e produce anche collezioni di accessori e abbigliamento che distribuisce con marchi propri. La propria supply chain è localizzata prevalentemente all’interno del distretto della seta di Como. Canepa, attraverso il progetto “Savethewater”, ha ridotto il consumo di acqua fino a 300 litri per pezza rispetto ad una media di 3 mila, ha diminuito fino al 70% gli agenti inquinanti e il 90% del consumo di energia.

Cangiari:  Cangiari (in dialetto calabrese: "Cambiare") ha sede a Gioiosa Jonica (RC)  si caratterizza  per i suoi tessuti prodotti al telaio a mano: l'antica tradizione della tessitura calabrese - di origine greca  e bizantina - unita a ricerca e innovazione, dà vita a prodotti unici, con preziose rifiniture sartoriali. Grazie al controllo diretto di tutta la filiera di produzione i capi possono essere altamente personalizzati. Tutti i  tessuti e i capi CANGIARI sono realizzati con materiali e colorazioni biologiche, per il massimo rispetto dell'ecosistema e del benessere di chi li indossa. 

Carmina Campus: brand di moda creato da laria Venturini Fendi,  per la produzione  di borse e accessori mediante il riutilizzo di materiali, prodotti con imperfezioni  e prodotti giunti a fine vita. Ogni borsa è numerata  e i materiali utilizzati sono elencati su un tag.  Come conseguenza ogni oggetto è un  pezzo unico  personalizzato, in cui non ci sono due elementi   uguali per materiale e composizione.  L’azienda  ha numerose collaborazioni con  aziende private o enti pubblici e  ONG  per lo sviluppo di progetti etici e sostenibili tra  cui una collaborazione con  UN agency International Trade Centre per lo sviluppo in Africa di prodotti di moda sostenibile.  Da questa  collaborazione sono nate varie soluzioni innovative di riciclaggio di materiali per la produzione di eco-friendly borse basate sull’utilizzo   di materiale fatto in Africa che unisce cotone organico e sottili strisce di plastica riciclata da sacchetti e buste per rifiuti

CeeBee: produce borse e accessori utilizzando materiali riciclati o materiali di recupero. Tutti i prodotti   sono realizzati in Italia e sono pezzi unici fatti a mano.

Dienpi:  con sede a  San Benedetto del Tronto,  si occupa di ricerca, progettazione grafica e realizzazione di etichette e cartellini moda per l'abbigliamento realizzati con tecniche di lavorazione e materie prime sempre nuove: carta, stoffa, pelle, eco-pelle, jacron. Le etichette sono prodotti con materiali eco-sostenibili. Un esempio è la linea etiECO, etichette fatte con pelle proveniente da allevamenti italiani e conciata senza cromo ma con tannini naturali.

Fera Libens:  produce calzature classiche con componenti di origine non animale ( Alcantara® e  microfibra) , alternativi alla pelle vera.  Alcantara è un materiale all’avanguardia prodotto in Italia che, per la sua straordinaria versatilità, è usato in svariati settori, da quello automobilistico alla moda. In particolare Fera Libens si serve dell’Alcantara  per realizzare la tomaia della nuova collezione (e in alcuni modelli anche la fodera interna) perché, oltre a garantire prestazioni eccezionali, è certificata 100% Carbon Neutral dal TÜV SÜD, un ente internazionale di certificazione. La microfibra è un “tessuto non tessuto”  che  presenta una struttura molto simile a quella della pelle.

Garbagelab: nata a Milano nel 2009, crea borse  ecologiche e cucite  a mano utilizzando banner pubblicitari in pvc, cinture di sicurezza e altri materiali riciclati oltre a cinture di sicurezza di  vecchie auto per tracolle e manici.

Italdenim:  fondata nel 1974  con sede a Inveruno ( Milano;) , è una delle azienda leader a livello europeo per la produzione di tessuti per jeans. Italdenim è stata anche la prima azienda produttrice di denim ad aderire alla campagna  Detox di Greepeace. Per la produzione sono utilizzati i cotoni biologici certificati GOTS, quelli provenienti da produzioni etiche Fair Trade e il cotone BCI e per alcuni prodotti il poliestere  recuperato da PET. L’azienda ha inoltre sviluppato una serie innovazione per ridurre l’impatto ambientale dei processi tintoriali, lavaggi, e finissaggi. 

ITV denim: nata nel 1973, ha sede a Cellino Attanasio ( Teramo)  in cui produce tessuto denim. Sviluppa tutte le fasi   del processo produttivo del denim: dalla filatura del cotone alla tintura del filo, dalla preparazione alla tessitura fino ai finissaggi e ai lavaggi.   Utilizza per la produzione del tessuto denim cotone BCI (Better Cotton Initiative) e fibre naturali come il lino e la seta e naturalmente elastomeri.

Made In Carcere:  laa  cooperativa sociale Made in Carcere produce borse e accessori in alcune carceri femminili pugliesi utilizzando materiali riciclati.

Nokike:  nata nel 2011, produce  gioielli  riciclando  vari materiali  quali  palloncini, camera d'aria, metalli, pietre dure e pelle.

Par.Co Denim: produce Jeans e abbigliamento sostenibile  a filiera corta in Italia con artigiani bergamaschi. Per la produzione utilizza denim (o tessuto di jeans)  italiano con fibre naturali di cotone biologico certificati GOTS e tessuti denim cimosati giapponesi di cotone biologico. I processi di lavaggio sono effettuati  senza acqua e con trattamenti con composti naturali e 100% biodegradabili.

Quagga: nata a Torino nel 2010,  propone capi di abbigliamento realizzati con poliestere riciclato 100% certificati Bluesign. Quagga commercializza prodotti esclusivamente confezionati con materiali privi di sostanze nocive dannose non solo per la salute del consumatore finale, ma anche delle maestranze adibite alle lavorazioni e del territorio nel quale si svolgono. Le nobilitazioni, i finissaggi e le tinture dei tessuti selezionati non utilizzano sostanze tossiche  spesso  responsabili di allergie, disturbi ormonali e potenzialmente cancerogeni.

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